Il pane sciapo senza glutine incontra il crostino toscano di casa Pappagallo


I crostini di fegatini sono una ricetta popolare tipica di tutta la Toscana, usata quasi esclusivamente per l’antipasto.
Consiste in una preparazione a metà tra un ragù e un paté a base di fegatini di pollo e acciughe, perfetta da spalmare sia su crostini che sulle bruschette. Il pane toscano poi, essendo sciapo, crea un bel contrasto con questa crema dal sapore intenso e forte.
Come ogni ricetta tradizionale anche il crostino toscano ha infinite varianti legate alle famiglie e questa è la ricetta che ho trovato in Casa Pappagallo. Mi ha soddisfatto per la descrizione, il contenuto e il consueto assaggio finale del Cuciniere Curioso di Casa Pappagallo.
Per questa occasione ho sfornato un pane sciapo senza glutine ai multicereali che si abbina piacevolmente al paté di fegatini di Casa Pappagallo, rafforzandone il gusto.

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza uova, senza latticini, senza frutta secca, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

Per il pane ai multicereali senza glutine:
500 g di Ori di Sicilia Miscela Multicereali + poca di servizio
400 g di acqua
8 g di lievito di birra fresco
25 g di olio extravergine d’oliva

Per il paté di fegatini:
500 g di fegatini di pollo
120 ml di Marsala
4 acciughe sott’olio
1 ciuffo di salvia
Brodo di carne (per me di cappone)
50 g di burro (per me di olio extravergine)
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale

PROCEDIMENTO RICETTA:

Preparare il paté di fegatini:

Pulire bene i fegatini eliminando impurità, grasso e, se presente, la sacca della bile.

Scaldare l’olio in una padella, aggiungere i fegatini e far rosolare per circa 10 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Unire le foglie di salvia e sfumare con circa la metà del Marsala a disposizione.

Far evaporare la parte alcolica poi, con un mixer ad immersione, frullare fino ad ottenere un composto omogeneo.

Mettere di nuovo il composto in padella, coprire con brodo caldo e cuocere, mescolando frequentemente, per circa 15 minuti, con il fuoco al minimo.

Aggiungere i filetti di acciuga, metà del Marsala rimasto e regolare di sale.

Proseguire la cottura per altri 10 minuti sempre a fuoco basso.

A questo punto il brodo sarà quasi completamente ritirato, unire quindi il resto del Marsala e un filo di burro (per me di olio).

Amalgamare bene il tutto e trasferire in un recipiente a raffreddare completamente.

Preparare il pane sciapo senza glutine ai multicereali:

In una ciotola capiente (o nella ciotola del robot) sciogliere il lievito nell’acqua; aggiungere la farina, l’olio e mescolare per amalgamare gli ingredienti.

Trasferire l’impasto sulla spianatoia infarinata e lavorare fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.

Trasferire l’impasto in una ciotola e coprire con la pellicola.

Mettere a lievitare in un posto caldo (ad esempio nel forno con la lucina accesa) fino al raddoppio.

Versare sulla spianatoia cosparsa di farina e fare qualche piega all’impasto, aiutandosi con un tarocco.

Dare la forma di un cilindro, trasferirlo nel cestino cosparso di farina, coprire e lasciar lievitare nuovamente per poco meno di un’ora.

Capovolgere l’impasto su un foglio di carta forno e cuocere in forno caldo a 200 gradi per 25/30 minuti.

Togliere dal forno e lasciare raffreddare prima di affettare.

Tostare le fette di pane senza glutine ai multicereali e servire con abbondante paté di fegatini, ormai raffreddato.

Panello con uva fragola senza glutine, da una idea di Paolo Tizzanini


Il panello con uva è una ricetta tipica della toscana che segna il tempo della vendemmia.
È una focaccia non molto dolce con una generosa dose di uva.
L’uva Canaiolo, con piccoli acini neri tondi, utilizzata nella produzione del Chianti, è quella che usavano i contadini raccogliendo i grappoli rimasti dopo la vendemmia ed è quella che meglio si presta per questo tipo di focaccia; ma, poiché non è facile trovarla, si può sostituire con l’uva fragola, che rilascerà alla focaccia il suo caratteristico e gradevolissimo aroma.
Ho visto l’invitante panello realizzato da Paolo Tizzanini con l’uva fragola e non ho resistito alla tentazione di sglutinare questo dolce autunnale toscano.
Un grazie di ❤️ a Paolo Tizzanini che mi ha fatto conoscere la ricetta del panello toscano, povera ma di gran gusto!

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza uova, senza latticini, senza frutta secca, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

630 g di Fioreglut Caputo
600 g di acqua
10 g di lievito di birra fresco
25 g di olio extravergine d’oliva+poco x la teglia
5 g di sale
2 cucchiai di zucchero di canna
Qualche rametto di rosmarino

PROCEDIMENTO RICETTA:

Scaldare l’olio con il rosmarino e lasciarlo raffreddare.

Preparare l’impasto mettendo nella ciotola dell’impastatrice nell’ordine:
l’acqua e il lievito di birra; mescolare poi incorporare la farina con qualche giro con il gancio.

Versare l’olio al rosmarino raffreddato e filtrato, di nuovo qualche giro e per ultimo mettere il sale.

Lavorare l’impasto e quando risulta ben amalgamato, versarlo sul piano di lavoro leggermente infarinato e fare diverse pieghe aiutandosi con il tarocco.

Arrotondare l’impasto infarinato, trasferirlo in una ciotola, coprire e mettere in un luogo caldo fino al raddoppio.

Oliare una teglia da forno (cm 40×30) e stendere la pasta con le dita bagnate in un mix di acqua e olio.

Disporre sulla pasta i chicchi d’uva fragola lavati, pressandoli leggermente e spolverizzare con lo zucchero di canna.

Cuocere in forno caldo a 230 gradi per circa 20-25 minuti.

Lasciar raffreddare e poi gustare il profumatissimo panello senza glutine con l’uva fragola!

Cavallucci di Siena senza glutine


Se dovessimo dare un profumo al Natale sarebbe senza dubbio speziato: cannella, pepe, anice stellato, vaniglia, chiodi di garofano, cardamomo, zenzero.
Sono le spezie del buonumore, del benessere, rilassanti e rasserenanti e molto spesso questo genere di profumo, soprattutto quello naturale, parte dalla cucina, proprio come succede in questi giorni nella mia: il profumo speziato dei cavallucci di Siena, appena sfornati, ha invaso la casa.
Sapevo di questi biscotti natalizi, tipici della città del Palio, dei quali fornisce ricetta anche Pellegrino Artusi e ho cercato notizie sul web.
Ho trovato moltissimo ma nessuno meglio di “Giulia”, in Ricette Toscane, descrive questi biscottoni così bene che ti par di sentirne il profumo speziato e gustarne il sapore.

“I biscotti del Natale a Siena e provincia sono i cavallucci. Non sono biscotti eleganti o scenografici, non hanno colori sgargianti, non sono glassati o ricoperti di zucchero, non hanno una forma che ricordi il Natale. I cavallucci sono biscottoni tondi e rustici, schiacciati in cima, spolverati di farina e un po’ bitorzoluti. L’apparenza è schiva, ma al primo morso senti il calore delle spezie e la ricchezza di noci e canditi che fanno velocemente dimenticare un aspetto non proprio festivo”.

Chi non sarebbe curioso di assaggiarli? Io non sono da meno: cosa posso fare se con l’età che avanza divento sempre più golosa? Per contro c’è, come spesso succede, che per togliermi la curiosità, non trovandoli sglutinati, devo per forza farmeli da me 😟!

È istruttivo leggere come si preparano i cavallucci proprio dall’Artusi:

“Le noci tritatele alla grossezza della veccia all’incirca.
L’arancio tagliatelo a dadettini.
Lo zucchero mettetelo al fuoco con un terzo del suo peso di acqua e quando è ridotto a cottura di filo gettate in esso tutti gli ingredienti, mescolate e versate il composto caldo nella spianatoia sopra la farina per intriderla; ma per far questo vedrete che vi occorrerà dell’altra farina, la quale serve a ridurre la pasta consistente.
Formate allora i cavallucci e siccome, a motivo dello zucchero, questa pasta appiccica, spolverizzateli di farina alla superficie.
Collocateli in una teglia e cuoceteli in bianco a moderato calore.
State molto attenti alla cottura dello zucchero, perché se cuoce troppo diventa scuro.
Quando, prendendone una goccia tra il pollice e l’indice, comincia a filare, basta per questo uso”.

Ho seguito il procedimento ma con le mie dosi e ingredienti senza glutine.
In corso d’opera (causa forse la farina senza glutine?) l’impasto risultava troppo asciutto, per questo ho corretto con il brandy 😉.
I canditi come lo zucchero a velo sono home made.
I cavallucci si conservano per diversi giorni ben chiusi in un contenitore ermetico o in una scatola di latta: io non ho potuto verificare, proverò con la prossima infornata ☺️!

Per i canditi home made:

https://stellasenzaglutine.com/2013/04/10/scorze-di-arancia-candite-home-made-senza-glutine-le-ultime-della-stagione/

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza uova, senza latticini, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

325 g di Mix per Pasta Frolla Nutrifree
150 g di zucchero
100 g di noci sgusciate
90 g di acqua
50 g di canditi**
15 g di zucchero a velo**
7 g di ammoniaca per dolci**
10 g di mix di spezie (cannella, chiodi di garofano, zenzero, pimento, noce moscata, cardamomo)
15 g di brandy

** Prodotti a rischio per il celiaco: verificare in etichetta se prodotto idoneo, quindi con il claim “senza glutine”, oppure consultare il prontuario AIC Assoc. Italiana Celiachia

PROCEDIMENTO RICETTA:

Mescolare in una ciotola le noci spezzettate, i canditi a cubetti, lo zucchero a velo, le spezie, l’ammoniaca e la farina.

Sciogliere lo zucchero nell’acqua, a fuoco dolce, senza far caramellare.

Versare lo sciroppo ottenuto sugli ingredienti secchi e mescolare con un cucchiaio di legno.

Aggiungere il brandy, lavorare bene poi trasferire il composto su un piano di lavoro infarinato.

Fare un salsicciotto di circa 5 cm di diametro e tagliarlo a rondelle.

Formare delle palline, schiacciarle nel mezzo e metterle, distanziate, in una teglia rivestita di carta da forno.

Cuocere in forno caldo a 180 gradi per non più di 15 minuti.

Sfornare, lasciar raffreddare e gustare!!

Paolo Tizzanini e la Ribollita con il pane semintegrale senza glutine


Preparare la Ribollita, o Minestra di pane, è facile se si segue “La ricetta della Ribollita” così come l’ha scritta il Presidente della omonima Confraternita, Paolo Tizzanini.
“Non si può parlare di Ribollita senza parlare della Zuppa di Fagioli e del pane che l’accompagna. È dal recupero di questa Zuppa avanzata il giorno prima, rassodata dal pane inzuppato nel brodo, che nasce la Ribollita. È dunque un piatto di recupero, riscaldato e servito con un giro di olio. Essenziale quindi partire preparando una buona Zuppa di Fagioli” ed è proprio da questa che, con la guida di Paolo Tizzanini, ho iniziato a preparare la prima di tante Ribollite che hanno riscaldato le serate di questo ultimo, indimenticabile e solitario inverno.
Ho trovato ottimo per la Ribollita il pane semintegrale preparato con un mix di farine Farmo e Rustico Schär, sfornato almeno con un giorno di anticipo.

Per questa Minestra di grande conforto, nella speranza di non aver tralasciato nulla dei suoi insegnamenti, mando un grande abbraccio allo Chef, l’Oste con la O maiuscola, Paolo Tizzanini.

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza uova, senza latticini (con Fibrepan-LP), senza frutta secca, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

Per il pane:
200 g di Mix Rustico Schär
400 g di Fibrepan Farmo o Fibrepan-LP
490 g di acqua
12 g di lievito di birra fresco
15 g di olio
5 g di sale

Per cuocere i fagioli:
400 g di fagioli Cannellini secchi
Salvia, aglio, pepe nero in grani
Olio extravergine d’oliva
Sale

Per la Zuppa:
Fagioli cannellini lessati
300 g di cavolo nero
200 g di cavolo verza
3 pomodori maturi (per me 3 pomodori pelati in scatola)
2 coste di sedano
2 carote
1 cipolla
2 spicchi di aglio
Un rametto di timo (per me timo essiccato)
Pane raffermo
Olio extravergine d’oliva
Sale e pepe

PROCEDIMENTO RICETTA:

Per il pane:

In una ciotola mescolare l’acqua con il lievito e lasciar riposare per qualche minuto.

Aggiungere le farine, mescolare poi aggiungere l’olio ed infine il sale.
Lavorare fino ad ottenere un impasto omogeneo.

Trasferire l’impasto sul piano di lavoro infarinato e lavorare per qualche minuto.
Versare l’impasto nello stampo Emile Henry (o in uno da plumcake) precedentemente oliato, coprire e lasciar lievitare fino al raddoppio.

Cuocere (con lo stampo Emile Henry mettere il coperchio) in forno caldo a 210 gradi per circa 35-40 minuti.

Togliere dallo stampo e mettere su una griglia a raffreddare.

Per la Ribollita:

Mettere i fagioli cannellini in ammollo per una notte poi cuocerli in pentola con acqua fredda, salvia, aglio, alcuni grani di pepe nero e un giro di olio.
Coprire e portare a cottura a fuoco bassissimo.
Salare solo a cottura ultimata.

In una casseruola abbastanza capiente fare soffriggere dolcemente nell’olio la cipolla,
il sedano, la carota, l’aglio tritati e un pizzico di sale: quest’ultimo serve a far rilasciare acqua e tenere morbide le verdure.

Quando il soffritto risulta dorato, aggiungere i due cavoli tagliati a liste.

Mettere da parte un quarto di fagioli cotti e passare al setaccio i rimanenti con un po’ di acqua di cottura.

Quando i cavoli si saranno appassiti, aggiungere nella casseruola i pomodori, i fagioli interi e quelli passati, l’acqua di cottura rimanente, una macinata di pepe, un pizzico di timo e cuocere, a fuoco basso, per circa un’ora.

Sul fondo di un tegame mettere delle fette sottili di pane, coprirle con la metà della zuppa, fare un altro strato di pane e versare sopra la zuppa rimanente.

Servire con un giro di olio.

Il giorno seguente, dalla zuppa avanzata che ha riposato tutta la notte, nasce la Ribollita: si mette sul fuoco a riscaldare lasciando che si attacchi leggermente al fondo del tegame fino a formare una gradevole crosticina.

Servire la Ribollita bella fumante con un giro di olio.

Inno culinario alla primavera: la Garmugia lucchese, senza glutine


Piatto unico questa eccellente zuppa? Decisamente sì!
Verdure freschissime, vitello e pane tostato, questi gli ingredienti della mia zuppa; niente pancetta, come spesso si trova in altre ricette e probabilmente in quella originale della Garmugia.

“La Garmugia lucchese è una antica e golosa zuppa primaverile della Lucchesia e della Garfagnana, in passato destinata alle mense dei nobili, in quanto arricchita con carne di vitello al contrario di quelle contadine in cui venivano impiegati solo verdure, legumi e pane.
Questa preparazione, piuttosto diversa dalle altre zuppe tipiche toscane e da quelle fatte solitamente con le verdure di primavera, veniva cucinata in un periodo limitato dell’anno, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando i carciofi ci sono ancora e comincia la raccolta di asparagi, fave e piselli.
L’impiego di fave e piselli freschi di stagione rende questa zuppa sublime e ne fa un vero e proprio inno culinario alla primavera”.

Ps: per essere gustata al meglio, questa zuppa deve essere poco “brodosa” e le verdure devono restare consistenti.

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza uova, senza latticini, senza frutta secca, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

250 g di cipolline novelle
200 g di punte di asparagi
200 g di piselli freschi
200 g di fave fresche
2 carciofi
200 g di macinato di vitello
Succo di un limone
Olio extravergine di oliva
Sale e pepe nero
Brodo vegetale (circa 1 litro e 1/2)
Pane senza glutine
Uno spicchio di aglio

PROCEDIMENTO RICETTA:

Sgranare piselli e fave; pulire i carciofi e tenere solo la parte interna, più tenera.
Togliere l’eventuale barba, tagliarli a spicchi, poi a fettine sottili e metterli in una ciotola con acqua e succo di limone.

Eliminare la parte chiara degli asparagi, lavare e tagliare a pezzetti la parte tenera; tenere intere le punte.

Con i baccelli dei piselli, una cipollina e i gambi degli asparagi preparare un brodo vegetale.

In un tegame versare qualche cucchiaio di olio e far appassire le cipolline tagliate sottilmente.

Aggiungere il macinato e soffriggere a fuoco medio fin che la carne ha cambiato colore.

Aggiungere poi i piselli, le fave, mescolare e insaporire per qualche minuto poi coprire con il brodo caldo.

Una volta raggiunto il bollore, unire i carciofi scolati dall’acqua acidulata.

Salare, pepare e proseguire la cottura a fuoco lento per 15 minuti; aggiungere infine gli asparagi e proseguire la cottura per altri 5 minuti.

Durante le fasi di cottura, mescolare il meno possibile per mantenere intatte le verdure.

A cottura ultimata far riposare la zuppa per qualche minuto.

Nel frattempo tagliare a cubetti il pane e tostarlo in una padella antiaderente con un filo di olio e uno spicchio di aglio.

Servire la Garmugia con i crostini tostati e caldi.

Il mio pane sciocco senza glutine

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Questa non è la ricetta originale del Pane Toscano DOP, è la ricetta di un buon pane sciapo e senza glutine!
Il Pane Toscano, detto anche pane sciocco o pane di Terni è un pane tipico della Toscana, dell’Umbria, della Tuscia Viterbese e delle Marche e ciò che lo contraddistingue è il fatto di essere completamente privo di sale.
Il segreto del Pane Toscano, oltre all’assenza di sale e di zucchero, sta nella lavorazione naturale e in parte anche nella farina che si adopera, che deve essere molto ‘debole’, che formi una massa di glutine ridotta: più debole delle farine senza glutine…..!
Per questo pane ho usato il Mix Pane e Pizza Ad Ogni Ora, Pane & Co, una farina nuova per la mia cucina, con pasta acida di mais, che mi ha soddisfatto: lavorabile, niente retrogusto e dotata di un buon profumo.
Tra gli ingredienti non compaiono latticini ma la dicitura “può contenere tracce di latte e soia”.
Il risultato è un pane con crosta dura e interno soffice, molto simile al Pane Toscano.
Si conserva bene per diverso tempo anzi, direi che migliora col passar dei giorni.
Ovviamente, come ho gia precisato, non è il vero Pane Toscano DOP, ma, anche senza glutine e cotto nel forno di casa, non è niente male!

La ricetta è tratta dal libro “Semplice come il pane…..da ogni parte del mondo”.

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza uova, senza frutta secca, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:
600 g di farina senza glutine Pane & Co Ad Ogni Ora + poca per lo spolvero
510 g di acqua
9 g di lievito di birra fresco

PROCEDIMENTO RICETTA:

Per la biga:
100 g di farina
120 g di acqua
2 g di lievito

Impastare e mettere a lievitare la biga coperta per 5-6 ore.

Per l’impasto:
Tutta la biga
500 g di farina
390 g di acqua tiepida
7 g di lievito fresco

Per l’impasto iniziare sciogliendo il lievito in poca acqua.

Ammorbidire la biga con l’acqua rimanente, aggiungere il lievito sciolto, la farina e lavorare bene l’impasto sulla spianatoia cosparsa di poca farina.

Formare una palla e farla riposare sul piano di lavoro coperta con una ciotola per una mezz’ora.

Trascorso questo tempo formare un filone, adagiarlo su una teglia foderata con carta da forno e lasciar lievitare scoperto per un paio d’ore o fin che raddoppia di volume.

Infornare a 210 gradi e dopo 7-8 minuti aprire per 4-5 secondi il forno, in modo che esca l’umidità; ripetere questa operazione anche a metà cottura.
Continuare la cottura per altri 38 minuti circa.

Lasciar raffreddare il pane prima di affettare.