Torta di pesche alla piemontese, senza glutine


Non ho i savoiardi, userò dei biscotti secchi (si potrebbe usare anche del pane), ho pochi amaretti ma ho deciso di fare questa torta, è il giorno giusto: si accende il forno per cuocere il pane, quindi si sfrutta il forno già caldo.
Ho scoperto la Torta di pesche alla piemontese, dolce estivo, navigando in rete, tra le Ricette Bolognesi, magistralmente preparata da Valerio d’Agnese e questo ho letto:

“Le origini della Torta di pesche alla piemontese affondano nella storia del Piemonte, tant’è che è nota con il suo appellativo dialettale “Turta ad persi ” di nonno Giuan D’Alman, tale Giovanni del Tedesco, ma chi sia non mi è dato di sapere 🤔.
Pochi ingredienti, nessun grasso, niente farina, niente lievito, solo un uovo (erano preziosi), poco zucchero (era caro) eppure buonissima, sopratutto se cotta nello stampo di terracotta”.
Si può dire che ogni famiglia ha la propria ricetta e questa è la mia: senza glutine e ancora più povera di zucchero, anzi, volendo, si può fare anche a meno se le pesche sono mature e molto saporite.
Tra gli ingredienti della mia ricetta ho scritto 30 g di zucchero ma non li ho usati: le mie pesche erano dolcissime e mi sono limitata a “qualche pizzico” di zucchero di canna prima di infornare. A voi la scelta!
Si dice che la “Turta ad persi” il giorno dopo sia ancor più buona: …vedremo 🥹!

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza latticini, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

1kg di pesche con la buccia e senza nocciolo (x me pesche noci e tabacchiera) + alcune fettine per decorare
1 uovo
150 g di amaretti**
100 g di biscotti secchi tritati**
60 g di cacao amaro**
30 g di zucchero bianco (facoltativo) + qualche pizzichino di zucchero di canna
La buccia grattugiata di un limone bio
1 bicchierino di rhum
Una spruzzata di Ungiteglia Paneangeli, senza glutine per la tortiera

** Prodotti a rischio per il celiaco: verificare in etichetta se prodotto idoneo, quindi con il claim “senza glutine”, oppure consultare il prontuario AIC Assoc. Italiana Celiachia

PROCEDIMENTO RICETTA:

In una ciotola mescolare il cacao, lo zucchero (se lo vogliamo mettere) e i biscotti tritati.

Tagliare a pezzetti piccoli le pesche, metterli in una ciotola capiente, unire gli amaretti sbriciolati, la buccia del limone grattugiata, l’uovo leggermente sbattuto e il rhum.

Mescolare poi aggiungere il cacao mescolato a zucchero e biscotti.

Amalgamare bene il tutto e versare in una tortiera spruzzata con l’Ungitelia (o con olio di semi di girasole), livellare e finire con fettine di pesca inserite a piacere.

Distribuire qualche pizzico di zucchero di canna e infornare a 150 gradi per 45/50 minuti.

Lasciar raffreddare prima di portare in tavola.

I Rabatòn dello chef Beppe Sardi, ma senza glutine

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La forza di un video: tutto è nato da lì!

I Rabatòn sono un grande piatto della cucina povera piemontese, più precisamente alessandrina.
Sono degli gnocchi abbastanza simili agli strozzapreti toscani ma a differenza di questi vengono cotti in un buon brodo e passati al forno.
Ho saputo della loro esistenza da un video su YouTube che spiega perfettamente dosi ed esecuzione, messo in rete dal ristorante “Il Grappolo” del famoso chef piemontese Beppe Sardi.
Questa ricetta è tra le sue specialità.
Molto stuzzicanti questi Rabatòn, non ho saputo resistere e siccome difficilmente potrò andare di persona a gustarli (ancor più difficilmente senza glutine), non ho trovato altra soluzione che prepararli nella mia cucina.
Ho seguito alla lettera il procedimento, ho “sglutinato” gli ingredienti, ma ho anche sostituito il burro con olio extravergine di oliva.
Non me ne vogliano gli alessandrini e nemmeno lo chef, ma devo pensare alle nostre arterie non più tanto giovani….
Grazie a Beppe Sardi e al suo invitante video, ora anche noi possiamo dire: conosciamo i Rabatòn, li abbiamo gustati e apprezzati anche senza glutine!!

Ps: se rimane dell’impasto si posso fare delle polpette. Passate nella farina di riso, saltate in padella con olio e salvia e servite con una insalata di radicchio rosso e cavolo cuore di bue* sono un ottimo secondo piatto.

*Il cavolo “cuore di bue” è una varietà di cavolo cappuccio riconoscibile da un’originale forma conica e compatta. Si consuma preferibilmente crudo per non alterare le sue molteplici proprietà nutritive. E’ ricco, infatti, di vitamine del gruppo A-B-C e contiene calcio, potassio e fosforo.

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza frutta secca, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

400 g di ricotta
1 kg di coste o biete
Maggiorana in foglie (oppure10 g di maggiorana fresca)
20 g di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
150 g di parmigiano grattugiato
2 uova
Salvia
Noce moscata, pepe, sale
Pangrattato senza glutine
Farina di riso**
Olio extravergine di oliva
Brodo (per la cottura)

** Prodotti a rischio per il celiaco: verificare in etichetta se prodotto idoneo, quindi con il claim “senza glutine”, oppure consultare il prontuario AIC Assoc. Italiana Celiachia

PROCEDIMENTO RICETTA:

Lessare le biete in acqua leggermente salata, strizzarle e tritarle con un coltello.

Aggiungere prezzemolo, maggiorana e aglio, la ricotta, una grattugiata di noce moscata, il parmigiano, due uova, una macinata di sale e pepe e pangrattato abbastanza da ottenere un composto omogeneo e compatto, che si possa lavorare con le mani.

Prelevare un po’ di impasto e formare dei cilindretti lunghi un dito e rotolarli (rabattare) nella farina di riso.

Tuffarli nel brodo bollente pochi alla volta e appena vengono a galla scolarli con la schiumarola e appoggiarli su un piatto.

Trasferirli in una pirofila oliata (o imburrata), uno accanto all’altro, spolverizzarli con il parmigiano, aromatizzarli con foglie di salvia e un giro di olio (o fiocchetti di burro).

Passarli in forno caldo a 180 gradi per 10-15 minuti.
Portarli in tavola e servirli belli caldi.

Se resta dell’impasto, polpette!