15 agosto 2014: in bicicletta alla Fiera delle Grazie

image

Della Fiera delle Grazie ho già parlato l’anno scorso

Sacro e profano alla Fiera delle Grazie: risotto con il cotechino, senza glutine

Quest’anno, scartata l’idea di andare in automobile, abbiamo deciso di provare il percorso in bicicletta: parte della ciclabile che porta al Santuario delle Grazie è stata inaugurata l’anno scorso.
Il tempo non promette bene, le previsioni mettono pioggia/schiarite/forse temporali, ma, sinceramente, a noi il cielo sembra abbastanza azzurro…
Il Santuario dista da casa nostra poco più di 10 chilometri: se guardiamo oltre il lago Superiore, dopo la chiesa degli Angeli, ancora un po’ più avanti, se la vista ci assiste, possiamo “immaginare” di vedere il Santuario delle Grazie e lì il cielo è limpido…
Ma forse la vera incognita sono io: pedalo, sì, ma non sono a mio agio nel traffico che si incontra in questi giorni sulle ciclabili (strette!). È come sciare sulle piste nere: la difficoltà non sta nella discesa ma nelle tante, troppe persone (almeno per me) che si incontrano; in bicicletta, a piedi, a gruppi, dietro ogni curva (ovviamente parlo di ciclabili).
Come mi trovo bene a pedalare sull’argine del Po, frequentato sì, ma strada larga, panoramica….
Comunque si parte, zaino in spalla senza dimenticare k-way e telefono supercarico: mi aspettano tanti scatti!!
Arriviamo senza problemi, il sole resiste, vento di traverso (esperienza di vela) e aria frizzantina nonostante l’ora: sono le 10.15 del 15 agosto!
Organizzazione perfetta: parcheggi non solo per auto ma anche per biciclette.
Ci incamminiamo verso il Sagrato dove i madonnari sono all’opera sotto il sole.
Anche il Vescovo di Mantova, il Sindaco di Curtatone e altre autorità passano a vedere il lavoro di questi artisti che sta prendendo forma. Prima del calar del sole le opere devono essere completate e si procederà alla premiazione.

Io ho già scelto la mia preferita, merita di vincere…vedremo..
Un ricordo immancabile di Straccetto e abbandoniamo il sacro per avventurarci tra il profano, superaffollato mercato di bancarelle di ogni specie.

Non le vediamo tutte, si è alzato un vento e potrebbe arrivare il temporale preannunciato, ma qualche acquisto ci può stare: dei vecchi libri di cucina mantovana, l’immancabile cotechino (garantito senza glutine dall’azienda) e il torrone, unico alimento senza glutine, con tanto di cartello esposto.
Di punti di ristoro per celiaci nemmeno l’ombra!!

Si ritorna, ci avviamo verso casa.
Il vento ha spazzato via la minaccia di temporale, il sole è tornato.
Un saluto d’obbligo anche al treno, nel caso non lo vedessimo abbastanza passare davanti a casa: abbiamo scelto di tornare sulla ciclabile che costeggia la ferrovia.
…ed eccoci arrivati: ce l’ho fatta: foto d’obbligo!!
E dopo questa pedalata e aver visto tanti addentare invitanti panini con il cotechino, uno senza glutine per noi ce lo vogliamo fare?

Sacro e profano alla Fiera delle Grazie: risotto con il cotechino, senza glutine

image

15 agosto: Festa della Beata Vergine Maria Assunta e antichissima Fiera delle Grazie, a Curtatone di Mantova.
Ogni anno si rinnova questa tradizione, tra sacro e profano, che risale al 1400, anno di costruzione del Santuario della Beata Vergine delle Grazie.
Già nel 1200 nello stesso promontorio, bagnato dal fiume Mincio, in questo paesaggio lacustre di canneti, esisteva un altarino con l’immagine della Madonna col Bambino, a cui i pescatori del lago e i contadini erano particolarmente devoti.
Qui, come ringraziamento per la cessata epidemia di peste che aveva colpito il ducato di Mantova, Francesco Gonzaga fece erigere il tempio, consacrato nel ferragosto del 1406.
L’architetto, Bartolino da Novara, è lo stesso che progettò il Castello di San Giorgio e quello Estense di Ferrara.
I pellegrinaggi alla Madonna delle Grazie crebbero nel corso degli anni: all’immagine della Madonna furono attribuiti molti miracoli e, nota caratteristica, sono gli innumerevoli attestati di ringraziamento qui custoditi.
All’interno si trovano 53 statue ispirate a personaggi della tradizione e della fantasia popolare, molte in cartapesta, la maggior parte spogliate di abiti e oggetti preziosi durante il saccheggio di Napoleone.
Altra nota caratteristica è la presenza di un coccodrillo imbalsamato, appeso alla parte centrale della navata: da piccoli, era quello che ci attirava di più.
Nel corso dei secoli la Fiera, oltre che incontro religioso, divenne anche sede di commercio e di appagamento delle necessità alimentari dei pellegrini e, in questi ultimi anni, anche di scambi culturali.
Dal 1973 il Santuario ospita il “Concorso Internazionale dei madonnari”, artisti del gessetto che disegnano, nel corso della notte tra il 14 e il 15 Agosto, immagini legate ai temi sacri della tradizione cristiana e del Santuario e trasformano il sagrato in una galleria d’arte.
Purtroppo, tali capolavori eseguiti sull’asfalto, sono destinati a sparire al primo temporale.
La figura più caratteristica del variopinto mondo dei madonnari è il mitico Straccetto, promosso dalla giuria maestro madonnaro ” ad honorem” nel 2011.
Toto De Angelis, questo il suo nome, partecipava all’evento da ben 30 anni ininterrotti e io, confesso, andavo per vedere anche lui e il suo carrettino…
Purtroppo è scomparso un mese dopo la sua promozione.

Ma ci sono ben altre cose che caratterizzano la Fiera delle Grazie: il pane fresco (tra l’altro buonissimo) e il cotechino!
Io al pane fresco ho rinunciato (per amore!), ma al cotechino….beh…questo è garantito senza glutine.
Qui non si scherza con i cotechini: sono grossi, sembrano cosce di un maialino, non assomigliano a quelli striminziti che si fanno a casa…e poi il profumo…
Va beh, se non piace il cotechino non si può apprezzare!
E io che ci faccio col cotechino che non entusiasma più di tanto il capitano?
Ci faccio un risotto speciale, anche se questa stagione non gli si addice.
Magari, visti gli ingredienti, sarebbe più adatto al cenone di capodanno: cotechino e lenticchie, per rispettare la tradizione.
Ma io il cotechino speciale ce l’ho adesso.
Lo potrei anche congelare ma sono sicura che non sarebbe la stessa cosa e allora…..risotto sia!
E se ne rimane? Passare il risotto in una padella antiaderente fin che non fa una deliziosa crosticina: ecco il mio riso al salto!

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza uova, senza frutta secca, senza latticini, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

320 g di riso vialone nano o carnaroli
Una cipolla piccola tritata
Vino bianco secco (questa volta ho usato il Calvados)
200 g di cotechino già cotto
4 cucchiai di lenticchie già cotte
olio extravergine di oliva
Grana grattugiato
Acqua q.b.

Per le lenticchie:

Lenticchie secche
Un trito di sedano, carota e cipolla
Foglie di lauro
Sale
Olio extravergine di oliva
Acqua q.b.

PROCEDIMENTO RICETTA:

Cuocere le lenticchie: dopo averle lavate ripetutamente sotto l’acqua corrente, passarle in un tegame in cui soffrigge l’olio con il trito e le foglie di alloro.
Le lenticchie non vanno mai ammollate, non serve.

Coprire con acqua calda e cuocere per circa 30 minuti.
Se dovessero asciugare troppo, aggiungere acqua bollente.
Salare e mettere da parte.

In una casseruola rosolare dolcemente la cipolla tritata con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva.

Aggiungere il riso, tostarlo e quando è diventato quasi trasparente, sfumarlo con il Calvados.

Lasciarlo evaporare poi aggiungere un mestolo di acqua bollente.
Salare.

Mescolare e quando si sarà asciugato aggiungerne un altro.
Continuare fino alla cottura, mescolando spesso per favorire il rilascio dell’amido dal riso.

Dopo circa 10 minuti aggiungere il cotechino a pezzetti e le lenticchie.
A cottura ultimata, deve risultare piuttosto morbido, togliere il risotto dal fuoco e mantecare con un paio di cucchiai di grana e, se serve, un filo di olio.

Per sapere cosa si perde……bisogna solo provarlo!!