I miei arancini di Montalbano senza glutine…quelli veri!

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Esattamente come Adelina anch’io ho impiegato due giorni buoni buoni a prepararli.
Mi sono studiata a memoria la ricetta e seppur con qualche modifica o meglio, diciamo adattamento, sono sicura che ci siamo!
Mi sono presa la licenza di :
-cuocere il riso alla “mantovana” (questo risotto alla pilota ha una provenienza storica: vedere la sequenza molto interessante e perfetta, insegnatami da una amica strepitosa in cucina: grazie Vivi);
-fare una besciamella buona ma molto light (non guasta mai);
-friggere con olio di semi di arachide e qui sottolineo che avendone usato un litro ed essendone rimasto un litro meno due dita scarse di scarto, ne deduco che il mio fritto è riuscito molto bene!! Come ho fatto a vedere che solo due dita sono state usate per la frittura? Semplice: l’olio di scarto raffreddato l’ho rimesso nella sua bottiglia che poi il bravo capitano provvederà a portare in discarica, come è vivamente consigliato!
Forse Adelina usa olio di oliva, non è specificato, ma io preferisco quello di semi di arachide, più neutro come sapore.
A un certo punto della ricetta mi sono trovata in difficoltà, causa poca disponibilità della mano sinistra ancora fasciata per le ormai note vicissitudini:
” a questo punto si piglia tanticchia di risotto, s’assistema nel palmo d’una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell’altro riso a formare una bella palla”
….ma, calzati i guanti da chirurgo (usa e getta) me la sono cavata egregiamente!
Ho usato lo stesso tipo di impanatura: farina (di riso finissima), albume e pane grattugiato e, calati nell’olio, ho aspettato di vedere che “pigliassero un colore di oro vecchio”.
Li ho messi a scolare sulla carta, come ogni fritto, e alla fine,” ringraziannu u Signiruzzu ” li abbiamo mangiati!
Croccanti fuori, morbidi e saporiti dentro…..
Ci sono riuscita!
Un po’ lunga la ricetta, ma per niente difficile e poi…ne è valsa la pena!

DIFFICOLTÀ: facile

INTOLLERANZE:
senza glutine, senza frutta secca, senza crostacei

INGREDIENTI RICETTA:

Per il ragù:
Carne di maiale e carne di vitellone in parti uguali (600g +600g)
Cipolla, sedano, prezzemolo, basilico e pomodoro (ho usato pomodorini di Pachino)
Sale

Per il risotto alla pilota:
230 g di riso
320 g di acqua
Poco sale, olio evo
2 uova da usare successivamente

Per la besciamella:
1/2 litro di latte
30 g di amido di mais (vedi prontuario AIC Associazione Italiana Celiachia)
Noce moscata e sale

Per impanare:
Farina di riso (ho usato la Nutri Free finissima in Prontuario AIC Associazione Italiana Celiachia)
Albume
Pane grattugiato senza glutine (uso il pane fatto in casa gluten free altrimenti consultare il prontuario AIC Associazione Italiana Celiachia)

Altri ingredienti:
Piselli surgelati
Cipolla
Olio evo
Sale
1 litro di olio di arachide

PROCEDIMENTO RICETTA:

Fare il ragù: cuocere a fuoco lentissimo per 3 ore la carne con i profumi e poco sale.
Raffreddare e tritare tutto rigorosamente a coltello (nenti frullatore, pi carità di Dio!).

Fare il risotto: quando l’acqua bolle gettare il riso, il sale e calcolare 5 minuti esatti a fiamma alta da quando riprende a bollire.
Passare poi la pentola su un fuoco bassissimo, coprire prima con un canovaccio (lavato a mano e senza ammorbidente!!) e poi con il coperchio e, senza mai aprire, cuocere per altri 18 minuti (sarebbero 20 ma per me sono troppi).
Scoperchiare il tutto, mescolare e aggiungere un filo di olio: il riso è sgranatissimo!

Per i piselli: in un tegame con un cucchiaio di olio evo e poca cipolla rosolare i piselli surgelati (ho usato quelli Primavera, piccoli e dolci). Non serve scongelarli. Salare.

Fare la besciamella: stemperare l’amido di mais in poco latte freddo, mettere sul fuoco, aggiungere il latte rimanente, il sale, mescolare e attendere che si addensi.
Quando è pronta aggiungere una grattugiata generosa di noce moscata.

In una ciotola mescolare il riso raffreddato con le uova e poco ragù.

Al rimanente ragù unire la besciamella e i pisellini.

Calzare i guanti da chirurgo, quelli usa e getta (chi ha le mani “buone” può saltare questo passaggio, ma assicuro che sono comodi, igienici e pratici), sistemare nel palmo della mano un cucchiaio di riso, fare una conca al centro e mettere poco ragù, ricoprire con altro riso, fare una palla.

Passare l’arancino prima nella farina di riso, poi nell’albume leggermente sbattuto ed infine nel pane grattugiato.

Mettere a scaldare l’olio in un tegame capiente: ho usato un tegame wok perché è più stretto alla base e poi si allarga: si possono friggere meglio più arancini con meno olio.
Si può cominciare a friggere quando, immergendo nell’olio il manico di un cucchiaio di legno si formano intorno delle bollicine.

Gli arancini sono pronti quando “pigliano un colore d’oro vecchio”.
Appoggiarli su una carta assorbente per togliere l’olio in eccesso e finalmente sono pronti da addentare!! (Io ho usato le mani….c’è molta più soddisfazione! Il capitano invece non ha voluto mollare le posate…mah!)

Ottimi caldi ma anche freddi: ieri sera, prima di guardare il commissario Montalbano e perderci nelle atmosfere sicule, li abbiamo provati belli caldi, croccanti con una insalatina olio e limone e oggi a mezzogiorno, i pochi (3) rimasti, anche a temperatura ambiente: non saprei dire come sono meglio…

PS: il ragù, mescolato a piselli e besciamella, nella quantità che ho dato, è troppo, ne è avanzato abbastanza da costruirci un’altra ricetta….ci sto pensando, le idee sono tante!

In cucina aspettando il commissario Montalbano

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Questa sera in TV c’è un nuovo episodio del commissario di polizia Salvo Montalbano, il personaggio scaturito dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri.
Quanto mi piace questo scrittore, anche se, ammetto, faccio una certa fatica a capire tutto, ma il suo dialetto, così fiorito e spontaneo, è qualcosa di straordinario: mi fa “vedere” ogni sua descrizione, mi cala dentro alle sue storie.
E quanto mi piace Montalbano!
(E so quanto piace anche a te, Claudia!!….se ci sei, in quella meravigliosa terra dove ti trovi ora…batti un colpo!! Quando addenterai la Focaccia di Recco, pensami almeno!!)
E ora entriamo nell’atmosfera delle terre di Sicilia, delle immaginarie Vigàta e Montelusa e lasciamoci conquistare dal mare limpido che compare in ogni puntata!
Io veramente sono stata conquistata anche dagli “arancini di Montalbano”, che gli prepara la “cammarera” Adelina.
Difficilmente avremo occasione di assaggiarli nella terra di origine, di trovarli senza glutine poi!!
E allora potevo privare il mio capitano di questa possibilità? Sicuramente no e questa sera, salvo imprevisti, ce li gusteremo in attesa del nuovo episodio!
Mi sono studiata bene la ricetta di Camilleri e la sto seguendo alla lettera: sono 2 giorni che ci lavoro!!

“”Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta.
Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico.
Il giorno appresso si pripara un risotto, quello che chiamano alla milanìsa, (senza zaffirano, pi carità!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini ‘na poco di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pi carità di Dio!).
Il suco della carne s’ammisca col risotto.
A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s’assistema nel palmo d’una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell’altro riso a formare una bella palla.
Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d’ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini s’infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d’oro vecchio.
Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringraziannu u Signiruzzu, si mangiano!””

Torno in cucina, ci risentiamo domani….