In cucina aspettando il commissario Montalbano

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Questa sera in TV c’è un nuovo episodio del commissario di polizia Salvo Montalbano, il personaggio scaturito dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri.
Quanto mi piace questo scrittore, anche se, ammetto, faccio una certa fatica a capire tutto, ma il suo dialetto, così fiorito e spontaneo, è qualcosa di straordinario: mi fa “vedere” ogni sua descrizione, mi cala dentro alle sue storie.
E quanto mi piace Montalbano!
(E so quanto piace anche a te, Claudia!!….se ci sei, in quella meravigliosa terra dove ti trovi ora…batti un colpo!! Quando addenterai la Focaccia di Recco, pensami almeno!!)
E ora entriamo nell’atmosfera delle terre di Sicilia, delle immaginarie Vigàta e Montelusa e lasciamoci conquistare dal mare limpido che compare in ogni puntata!
Io veramente sono stata conquistata anche dagli “arancini di Montalbano”, che gli prepara la “cammarera” Adelina.
Difficilmente avremo occasione di assaggiarli nella terra di origine, di trovarli senza glutine poi!!
E allora potevo privare il mio capitano di questa possibilità? Sicuramente no e questa sera, salvo imprevisti, ce li gusteremo in attesa del nuovo episodio!
Mi sono studiata bene la ricetta di Camilleri e la sto seguendo alla lettera: sono 2 giorni che ci lavoro!!

“”Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta.
Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico.
Il giorno appresso si pripara un risotto, quello che chiamano alla milanìsa, (senza zaffirano, pi carità!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini ‘na poco di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pi carità di Dio!).
Il suco della carne s’ammisca col risotto.
A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s’assistema nel palmo d’una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell’altro riso a formare una bella palla.
Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d’ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini s’infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d’oro vecchio.
Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringraziannu u Signiruzzu, si mangiano!””

Torno in cucina, ci risentiamo domani….